Omega 3 in libertà

Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali che arrivano al corpo umano attraverso l’alimentazione. Un apporto importante proviene dal pesce azzurro.

L’acciuga è la “regina” della categoria.

Nella nostra cucina viene servita in maniera tradizionale con pane e burro oppure fritta con la salvia.

Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali molto importanti per la salute ed il benessere del nostro corpo.
Innanzitutto bisogna precisare che gli omega 3 non vengono prodotti in maniera autonoma dal nostro organismo ma devono essere introdotti con l’alimentazione. Pertanto è molto importante come e cosa mangiamo.

Sono importanti perché contribuiscono al mantenimento della normale funzione cerebrale, della funzione cardiaca, della vista, della pressione sanguigna e contribuiscono a mantenere a livello ottimale i trigliceridi nel sangue.
Ostacolano la formazione di depositi di colesterolo nelle arterie; aiutano e migliorano la circolazione sanguigna e di conseguenza favoriscono l’eliminazione delle tossine in eccesso nel corpo. Tutti questi processi favoriscono ed aumentano le difese immunitarie rendendo così il nostro organismo più forte ed energico.
Da studi effettuati su campioni di popolazioni a livello mondiale è risultato che gli eschimesi, gli abitanti del polo nord che si cibano di alimenti molto grassi per necessità, paradossalmente sono il popolo con il minor numero di casi di infarti e problemi di colesterolo e trigliceridi.

Questa popolazione ha infatti nella sua abituale alimentazione il pesce azzurro, che come ho detto, è molto ricco di omega 3 e per questo non ha i classici problemi di salute legati ad una alimentazione ricca di grassi. 

L’acciuga è uno dei pesci azzurri con il più alto numero di Omega 3 disponibili per l’uomo.

Questo pesce vive ad una profondità marina di circa 100 -180 mt e risale fino a 50 mt nel periodo della riproduzione, il cui periodo di picco è fra giugno e luglio. Le uova vengono depositate in quantità elevatissima, anche 40000 e la schiusa avviene entro due giorni dalla deposizione.



L’acciuga, conosciuta anche come alice, non è da confondersi con la sardina, dalla quale differisce per aspetto ed appartenenza a famiglie diverse; per essere commercializzata deve essere di circa 9 cm di lunghezza ma non facciamoci trarre in inganno dal prodotto finale che vediamo nel nostro piatto perché la testa, che ovviamente viene tolta, rappresenta circa ¼ della lunghezza totale.
Per pescarle vengono utilizzate delle reti da circuizione montate su barche munite di lampare. Queste potenti fonti luminose attraggono i banchi di acciughe verso di loro; quando il banco è sopra la rete posizionata sul fondo, questa viene sollevata in modo da catturare e trattenere al suo interno il maggior numero di pesci.
La percentuale più alta di questo pescato è nel mar Adriatico.

L’acciuga viene definita anche pesce azzurro per la sua caratteristica colorazione delle squame tendenti all’argento. Infatti il pesce azzurro non è una “razza” di pesce ma una tipologia di pezzatura ittica, dalle caratteristiche colorazioni, dalle dimensioni medio piccole e dal costo ridotto per la grande quantità di pescato.
Questi pesci hanno carni grasse ricche di oli. Ma attenzione a non farci trarre in inganno dalla parola “grasse”. In questo caso è salute.
La riscoperta di questo alimento, una volta considerato “cibo dei poveri”, è uno dei cavalli di battaglia del nostro ristorante.

Oltre al burro, da noi l’acciuga la potete apprezzare anche fritta con salvia.

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